Il sindaco Leonardo Lutzoni presenta il programma della sua amministrazione che vuole coniugare memoria e futuro, tradizione e innovazione. Una visione che sfida lo spopolamento con la cultura.
Nel pomeriggio di ieri, nell'aula consiliare del Comune di Luras si è compiuto uno degli atti istituzionali di fondamentale importanza che in questa particolare occasione assumono i contorni di una vera e propria “vision” definendo il cammino che l’Amministrazione intende percorrere nei cinque anni di mandato appena iniziati.
Leonardo Lutzoni, neo-sindaco di questa comunità ai piedi del Limbara che conta poco più di duemila anime, ha illustrato le Linee Programmatiche del suo mandato, con un approccio che tradisce un'ambizione inconsueta per questi tempi di politica ridotta a gestione dell'ordinario.
Non è casuale che il documento si apra con una citazione di Danilo Dolci, quella figura di intellettuale militante che seppe tradurre l'utopia in progetto concreto. È un'epigrafe programmatica che illumina il senso profondo di queste linee: la politica come tensione verso il necessario, non come calcolo del possibile. In un'epoca in cui i piccoli comuni dell'interno sardo si dibattono tra spopolamento e marginalizzazione, l’Amministrazione di Luras sceglie di non amministrare il declino ma di contrastarlo con gli strumenti della cultura, della partecipazione e della sostenibilità.
Il buon auspicio è stato sancito dal voto unanime del Consiglio. Il grazie va alla minoranza, che unendosi alla maggioranza ha garantito un consenso pieno, permette all'Amministrazione di avviare il proprio progetto con la massima forza e condivisione.
I cinque pilastri di una rinascita
Il programma si articola su cinque assi portanti che disegnano una strategia di sviluppo integrata.
- Il primo, e non a caso, riguarda conoscenza e cultura. Qui emerge con chiarezza la cifra distintiva di questa amministrazione: la cultura non come ornamento ma come motore di trasformazione sociale ed economica. La rifunzionalizzazione di tre palazzi storici – il Palazzo del Giudice destinato a centro culturale, il Palazzo dell'ex Farmacia per la biblioteca, il Palazzo Tamponi-Perantoni come "Museo del Territorio" – non è semplice recupero edilizio ma costruzione di un'infrastruttura del sapere. L'idea di un museo diffuso che connetta archeologia, tradizione vitivinicola e storia locale rivela una comprensione profonda di ciò che significa valorizzare un territorio senza museificarlo.
- Il secondo asse, sport e politiche sociali, propone un approccio integrato che vede nell'attività fisica e nell'inclusione sociale due facce della stessa medaglia. La riqualificazione delle strutture sportive – dal Palazzetto dello Sport al Campo Limbara – si accompagna a una rete capillare di interventi assistenziali: dal contrasto alle povertà estreme al supporto ai disabili, dalla prevenzione delle dipendenze agli orti urbani come strumento di inclusione. È una visione della comunità come organismo che non lascia indietro nessuno, dove lo sport diventa presidio di salute pubblica e le politiche sociali si fanno tessuto connettivo.
- Il terzo pilastro, il governo del territorio, rivela una consapevolezza tecnica notevole. L'adeguamento del Piano Urbanistico al Piano Paesaggistico Regionale, la redazione di un piano del verde urbano, la sistemazione della toponomastica: sono atti che possono sembrare burocratici ma che in realtà definiscono l'identità stessa di un luogo. Un territorio ben governato è un territorio che sa dove vuole andare.
La sfida della transizione
- Il quarto asse, dedicato ad ambiente, paesaggio e transizione energetica, è forse il più ambizioso. In un momento in cui la Sardegna è attraversata da tensioni laceranti sul tema delle rinnovabili, a Luras si sceglie una strada che potremmo definire della "sostenibilità consapevole". La costituzione di una Comunità Energetica Rinnovabile, l'efficientamento degli edifici pubblici, la gestione ottimale dei rifiuti si intrecciano con la valorizzazione del patrimonio naturale di cui sono simboli il Lago del Liscia e gli Olivastri Millenari, in un equilibrio delicato tra sviluppo e conservazione. È l'applicazione pratica di quel principio, enunciato nel documento, secondo cui ambiente e paesaggio "non sono beni negoziabili".
- Il quinto asse, infine, riguarda turismo e sviluppo sostenibile. Anche qui emerge una visione che rifugge dal turismo estrattivo per proporre invece una fruizione responsabile del territorio. Il recupero della viabilità rurale, l'inserimento nella rete escursionistica regionale, la collaborazione con i comuni dell'Alta Gallura disegnano un modello di accoglienza che punta sulla qualità dell'esperienza piuttosto che sulla quantità dei flussi.
Oltre la retorica dei valori
Ciò che emerge, leggendo queste pagine, è la coerenza tra i valori dichiarati – partecipazione, legalità, trasparenza, giustizia sociale, inclusione – e le azioni programmate. Non sono enunciazioni retoriche ma principi che si traducono in scelte concrete: dalla rendicontazione sociale all'attivazione di forme di partecipazione popolare, dal contrasto all'evasione tributaria all'accessibilità dei servizi.
Le nove aree strategiche in cui si articola operativamente il programma – dalle politiche culturali alla protezione civile, dall'istruzione alle infrastrutture – sono declinate con un livello di dettaglio che testimonia un lavoro preparatorio serio. Ne emerge la volontà di superare quella frammentazione che troppo spesso caratterizza l'azione amministrativa locale, sostituendola con un approccio sistemico.
A Luras, come in tutta la Sardegna, c'è di mezzo anche la cronica scarsità di risorse che affligge i piccoli comuni, la difficoltà di attrarre e trattenere personale qualificato, le complessità burocratiche che spesso trasformano l'innovazione in un percorso a ostacoli. L’Amministrazione ne è pienamente consapevole, e per questo insisterà sulla necessità di "innalzare la propria capacità di spesa mediante la partecipazione a tutti i bandi di finanziamento accessibili".
Ma è altrettanto consapevole che ciò che conta, in questo momento, è la direzione di marcia. In un'Italia dei comuni minori troppo spesso rassegnata al proprio destino di periferia, a Luras si prova a immaginare un futuro diverso. Un futuro in cui la cultura non è privilegio delle città ma diritto anche dei borghi, in cui la sostenibilità ambientale si coniuga con lo sviluppo economico, in cui nessuno resta ai margini.
È un'utopia? Forse. Ma come diceva Danilo Dolci, e come piace ricordare al Sindaco Lutzoni, l'importante non è domandarsi se è facile o difficile, ma se è necessario. E quando una cosa è necessaria, magari occorreranno fatica e tempo, ma sarà realizzata.
Linee programmatiche